I due modi per alimentare i decoder accessori

Cosa vuol dire “alimentare” un decoder

I dispositivi elettronici, si sa, funzionano con la corrente, che viaggia attraverso i fili. Ma questi fili non sono tutti uguali. Nella maggior parte dei dispositivi, tra cui i decoder per fermodellismo, ci sono due funzioni ben separate: alcuni fili trasportano l’energia per funzionare, e altri portano le informazioni da elaborare.

Per fare un esempio che tutti conosciamo, un PC connesso a internet prende l’energia dall’alimentatore, che si inserisce nella presa a 220V. I dati della connessione possono essere trasmessi via wifi, ma se viaggiano via cavo usano il cavo ethernet, che come tutti ben sappiamo è ben diverso da quello della 220 che porta l’energia (e pensiamo che a nessuno verrebbe in mente di scambiarli!)

Come sono gestiti alimentazione e dati nei decoder DCC

I decoder per il fermodellismo devono essere installati anche sulle locomotive, oltre che per muovere gli accessori. In questo caso, c’è un solo canale di comunicazione con la centrale, che è dato dai binari, e si usa un espediente molto astuto: il DCC porta sia l’energia, sia le informazioni, nella stessa coppia di fili! In questo modo, il treno riceve dal binario sia l’energia per funzionare sia le informazioni su cosa deve fare, sullo stesso canale: si dice che i decoder DCC sono “bus powered”.
Questa soluzione è inevitabile ma, come vedremo, ha anche qualche svantaggio, per cui nei decoder per scambi e segnali non è sempre detto che sia la più adatta.

 

L’alimentazione dei decoder accessori

La NMRA definisce “accessori” tutti quei dispositivi che essenzialmente non sono treni e sono fermi sul plastico, ovvero scambi, segnali, luci, passaggi a livello eccetera.

I decoder per accessori non hanno il problema dei treni, ovvero che il segnale passi per forza dai binari: il fatto di alimentarli solo tramite DCC o con un filo separato può essere scelto, e come sempre, ognuna delle due situazioni ha svantaggi e vantaggi.

Alimentare il decoder tramite DCC

L’alimentazione tramite DCC è la situazione più semplice dal punto di vista dei collegamenti: si collegano al decoder i due fili del DCC (provenienti dalla centralina o dai binari). Questa configurazione usa il DCC come una locomotiva, ovvero da quei due fili arriva sia l’energia sia le istruzioni.

Nei decoder Helvest, questa soluzione è attuata con il modulo DCC100. I fili del DCC si connettono alla HP100 e non c’è da fare altro.

Lo svantaggio di questa scelta è che il DCC è un’uscita un po’ “preziosa”, per così dire, proprio perché porta anche il segnale: utilizzare la sua potenza per gestire anche i decoder degli accessori (e gli accessori stessi, come girare gli scambi o accendere le luci) toglie energia alle locomotive e ai treni. Per ogni decoder che si aggiunge si richiede più potenza alla centralina, e sopra un certo numero di decoder, in base alla potenza della centrale digitale, si consuma troppo.

Alimentazione esterna del decoder

Dare un’alimentazione esterna (o separata) al decoder accessori vuol dire usare il DCC solo per le istruzioni, mentre l’energia viene da una fonte di minor qualità.
Lo svantaggio è che si ha una leggera complicazione nell’impianto elettrico, perché oltre al DCC serve portare altri due fili, provenienti da un altro trasformatore o alimentatore. Però il guadagno è notevole: si evita alla centralina di alimentare inutilmente dispositivi, riservando più energia per muovere i treni.

Con i decoder Helvest questo è fattibile con il modulo DCC100-E (anziché il DCC100 standard). In questo modo si collega al DCC100-E il segnale DCC, e alla HP100 si collega l’alimentazione scelta.
Quale fonte di alimentazione esterna scegliere? In realtà dipende dagli accessori che volete comandare. In linea di principio la HP100 accetta corrente continua o alternata, tra 7 e 20V. Però per essere sicuri che i motori degli scambi si muovano correttamente, vi consigliamo di utilizzare un valore di 14-16V, che dovrebbe garantire il valore ideale per la maggior parte degli accessori.

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